Secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute, nel 2019 sono stati diagnosticati 50.700 nuovi casi di tumore della mammella. La diagnosi precoce e il miglioramento dei trattamenti hanno contribuito in maniera cumulativa all’aumento della sopravvivenza.
Lo scopo è analizzare il risultato degli studi clinici pubblicati riguardanti la paziente con malattia avanzata e la paziente da candidare alla terapia neoadiuvante, e si prenderanno in esami diversi items, quali:
- L’efficacia e la tollerabilità dei nuovi trattamenti ormonali;
- L’efficacia e la tollerabilità della chemioterapia tradizionale e degli agenti antiHER2 nel setting metastatico e nel setting neoadiuvante;
- La diagnostica radiologica e di medicina nucleare;
L’era delle terapie dirette contro il bersaglio HER2 fu aperta dal trastuzumab approssimativamente 15 anni fa ed è proseguita in un percorso che ha visto la posa di pietre miliari segnate da alcuni fondamentali studi dia nel trattamento della malattia metastatica che della malattia in fase precoce. Tali studi hanno univocamente dimostrato la superiorità della terapia di combinazione con un agente antiHER2 rispetto alla sola chemio o ormonoterapia, sino ai più recenti risultati riguardanti il blocco duale con pertuzumab e trastuzumab nella malattia avanzata e precoce.
Poiché i farmaci anti HER2 (trastuzumab, trastuzumab sottocute, pertuzumab, T-DM1, lapatinib) costituiscono un ricco bagaglio terapeutico disponibile per l’uso clinico, è fortemente percepita da parte degli oncologi clinici l’esigenza di possedere un quadro chiaro relativamente alla collocazione dei diversi principi nelle diverse fasi della malattia. Ciò appare indispensabile se si vuole procurare alle pazienti la migliore sequenza terapeutica che consenta un uso ottimale e razionale dei diversi principi attivi.
L’introduzione dei CD4/6 inibitori ha aperto uno scenario del tutto nuovo del trattamento della malattia avanzata, proponendosi come prima linea di trattamento in sostituzione del vecchio approccio della chemioterapia tradizionale.
Tra i requisiti richiesti da EUSOMA per la certificazione di “Breast Unit) vi è quello dell’Audit interno; almeno una volta l’anno gli specialisti costituenti la Breast Unit organizzano un incontro formale nel corso del quale controllano i dati interni, utilizzandoli per valutare la propria attività su temi specifici, per rivedere i protocolli clinici e per cercare nuovi standard di qualità. L’incontro si conclude dopo che tutti gli items proposti sono stati discussi, ed un documento di sintesi riporta la discussione tenuta e le decisioni assunte. L’incontro avrà, pertanto, oltre alla finalità educazionale, anche la funzione di misurare e valutare l’attività della Breast Unit del Cardarelli sui temi sovra espositi ed inerente la giovane donna affetta da carcinoma mammario.